fagiolo di lamon

Note tecniche mese Giugno 2024

Aggiornamenti dal dott. Crocetta

In tutto il mese di maggio si sono verificati frequenti episodi piovosi, talvolta anche intensi, e le temperature sono state più basse delle medie del periodo nelle ore notturne e durante i giorni con precipitazioni. Nel nostro territorio si sono succedute 13 perturbazioni nel corso del mese e ciò significa che sono stati veramente pochi i giorni di tempo soleggiato o con assenza di piogge.

Nonostante le condizioni meteo sfavorevoli alcune aziende sono riuscite a seminare, talvolta in più momenti, anche se quasi sempre in condizioni non ottimali di umidità dei terreni. Le nascite, come prevedibile, sono state lente e scalari, le maggiori difficoltà ci sono state nei terreni pesanti che restando umidi più a lungo hanno provocato marcescenza dei semi e in qualche caso, con la formazione di crosta, hanno ostacolato l’emergenza delle piantine.
Per le aziende che hanno seminato l’attività principale in questo inizio di giugno è quindi la verifica delle nascite effettive in campo. In caso di piante mancanti procedere al più presto alla sostituzione del seme dove non sia presente nessuna piantina di fagiolo.

A chi invece non avesse ancora seminato si consiglia di farlo al più presto, anche se le previsioni per la prima decade di Giugno danno tempo ancora perturbato. La prossima fase di luna crescente comincia il 6 e termina il 22 giugno. Non è normalmente consigliabile, nella maggioranza delle situazioni, andare oltre la seconda decade di giugno con le semine, anche se sussistono episodi passati di semine più tardive andate a buon fine.
Con fagioli alle prime due foglie vere sarà utile procedere al diradamento dove siano presenti troppe piante nella stessa posizione. Quest’anno, viste le condizioni non ottimali dei terreni, molti hanno abbondato con i semi per foro, ma si ribadisce che due piante sono più che sufficienti per una produzione ottimale e le piante in più, scelte fra quelle più deboli o troppo vicine, vanno tagliate a livello del terreno e non estirpate per non danneggiare anche l’apparato radicale di quelle che devono rimanere.
Porre ancora la massima attenzione alla notevole presenza di lumache perché possono fare notevoli danni alle giovani piantine e intervenire, dove necessario, con la distribuzione, alle prime emergenze, di fosfato ferrico (utilizzabile anche in biologico). E’ necessario continuare a monitorare con frequenza gli impianti intervenendo ai primissimi sintomi di rosicchiature sulle foglie distribuendo il prodotto alla sera e meglio se dopo una pioggia. Intervenire nel perimetro del campo, nelle zone più umide e dove si noti la presenza di danni sulle foglie. Rinnovare i granuli dopo alcuni giorni e soprattutto dopo eventuali piogge abbondanti.

Non si sono rilevati per il momento focolai di afidi di colore scuro (Aphis fabae) che si manifestano con rivestimenti compatti di insetti intorno al fusto delle piantine o su aree di varia ampiezza sulla pagina inferiore delle foglie. Tali attacchi potrebbero intensificarsi nel mese di giugno con l’innalzamento delle temperature per cui, come azione preventiva, si raccomanda di tenere tagliate le infestanti intorno al campo (soprattutto romici, solanum e amaranto che sono ospiti preferenziali e fonte di infezione). I focolai, cioè solo le piante colpite, individuati tempestivamente con osservazioni ripetute, vanno trattati al più presto, in regime biologico, in ore serali, con Macerato di ortica, Piretro (alla dose consigliata in etichetta che normalmente è 1,5/2 ml/l - non selettivo), Azadiractina (Olio di neem – verificare registrazione su fagiolo del singolo prodotto commerciale), Maltodestrina (Eradicoat) o, in convenzionale, con Deltametrina (es. Decis Evo a 0,5 ml/l, Deltam, ecc. Max 2 trattamenti/anno). Riserverei Acetamiprid (es. Epik alla dose di 2 ml/l) all’eventuale secondo trattamento essendo limitato a 1 trattamento/anno. Aggiungere sempre un bagnante. Gli interventi sono indispensabili per eliminare i danni diretti degli afidi, ma soprattutto per bloccare la loro attività come vettori di virus.

Ci sono state segnalazioni di danni da caprioli soprattutto in impianti in prossimità di zone boscose. Chi non avesse predisposto adeguati recinti intorno alle coltivazioni può provare ad appendere agglomerati di lana di pecora grezza lungo il perimetro del campo irrorati, per aumentarne l’effetto, con il prodotto repellente commerciale a base di grasso di pecora (Trico).


Dott. Giuseppe Crocetta