fagiolo di lamon

Lamon

strada del fagiolo lamonL’altopiano di Lamon si apre alle soglie delle Dolomiti di Primiero - San Martino e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi; lembo estremo del Feltrino occidentale, è legato al resto del territorio rispettivamente dai percorsi ideali del torrente Cismon e dell’antica Via Claudia Augusta. Il territorio lamonese è caratterizzato da oltre 5400 ettari di verde che si distende dai 400 ai 2000 metri di altitudine in un clima tipicamente montano - alpino. Numerose sorgenti riversano a fondovalle acque limpide nel Senaiga e nel Cismon.
Più di 130 chilometri di strade pittoresche e centinaia di chilometri di sentieri percorrono una montagna che ha conservato quasi intatto il suo fascino ed il lavoro millenario della natura nelle sue viscere. La terra lamonese si è particolarmente prestata alla coltivazione del fagiolo, che è divenuto il Re della gastronomia locale.

Fu l’umanista Pierio Valeriano ad introdurre, intorno al 1532, il prezioso legume nel Bellunese, e precisamente a Lamon e Sovramonte, zone nelle quali il fagiolo ha trovato un ottimo ambiente, con un microclima ideale. Il fagiolo di Lamon è stato riconosciuto dall’Unione Europea come prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta). È in fase di rilancio poi l’allevamento della pecora di Lamon, razza autoctona a rischio di estinzione e risorsa fondamentale per la storia e l’economia pastorali del passato lamonese. Gustosa la “carn de fea nfurmegaa” e interessanti le opportunità offerte dalla lavorazione della lana. Da millenni la vita è presente nell’altopiano lamonese. Romanizzato intorno al I secolo d.C., era attraversato dalla via Claudia Augusta, una strada militare che collegava Altino con la Resia. Tra la fine dell’800 e l’inizio del’900 sono state rinvenute numerose tracce di romanizzazione (tombe, gioielli, monete) sia sul colle, sia nella zona circostante. A poche centinaia di metri dal centro, sulla strada per S. Donato, è visibile un ponte romano, recentemente restaurato e inserito in un contesto naturale di rara bellezza e suggestione evocativa, restituisce al visitatore la memoria di lontani trascorsi quando, all’apice dello splendore dell’età imperiale, gli uomini delle legioni dell’esercito di Roma passavano attraverso questi luoghi per raggiungere le mai dome terre germaniche.

Dal punto di vista artistico, il capoluogo cela due perle preziose: la chiesa di S. Pietro, posta sull’omonimo colle e la ex chiesa di S. Daniele, sconsacrata e sottratta al culto nel 1959, utilizzata oggi come sede di mostre e concerti. Il Museo Civico Archeologico si trova in via Resenterra e raccoglie i reperti degli scavi archeologici della necropoli romana di San Donato.

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